Un guardaroba sostenibile e di qualità. Come ottenerlo in poche semplici mosse

Abbiamo scandagliato il web alla ricerca di un “metodo” infallibile per ottenere un guardaroba di qualità, un po’ “minimal” e sostenibile. Ecco cosa è venuto fuori.

Perché scegliere di comprare meno e meglio?

Qualche mese fa abbiamo parlato dell’importanza di sostenere brand etici, sostenibili e di quella di boicottare il fast fashion. Portare avanti questa scelta produce numerosi effetti positivi, tutti in un solo colpo. Vuol dire, ad esempio, aiutare le aziende che pagano i lavoratori il giusto, non inquinano e utilizzano tessuti e cotoni biologici. L’utilizzo di materie prime coltivate in modo sostenibile, aiuta i lavoratori e le loro famiglie a vivere in un ambiente sano e non inquinato, protegge la terra e l’acqua e quindi aiuta la natura e la biodiversità.

A questo punto potresti pensare che il tuo portafoglio possa essere l’unico a risentirne, in realtà vedrai che a conti fatti non sarà esattamente così. Se sarai oculata e programmerai gli acquisti per bene, potresti addirittura vincere su tutti i fronti. Ti libererai dalla cultura del fast fashion che crea solo ansia e insicurezza, vestirai con forme e colori che ti valorizzano davvero e con capi di qualità e non tossici sulla pelle.

Se alla fine vorrai fare due conti vedrai che acquistando meno ma con maggiore consapevolezza potrebbe portarti addirittura a risparmiare.

Ovviamente, come sempre, anche qui la premessa è d’obbligo. Non è una cosa che si fa in due giorni, neanche in due settimane o in qualche mese. Ci vuole tempo, è un processo e come tutti i processi occorre avere pazienza e darsi il tempo giusto per realizzare quanto si desidera. Inoltre non è una corsa alla perfezione, non occorre avere tutti i capi “giusti”, dei brand “giusti”, ma come sempre fare il meglio che si può con quello che si ha a disposizione. Bene ora iniziamo davvero!

Come ottenere un guardaroba sostenibile (prima parte)

Consultando i contenuti di vari blog e canali youtube creati da persone che lavorano nel settore moda, e rielaborando quanto appreso anche sulla base della nostra esperienza personale, abbiamo messo insieme i passi da compiere per ottenere una transizione lenta e indolore verso un guardaroba più consapevole e quindi in definitiva più nostro.

a) Separa il tuo guardaroba in 6 categorie:

jeans/pantaloni, magliette/maglioni/felpe, gonne, camicie, giacche/cardigan, abiti

b)Osserva i capi che metti più spesso

c) Osserva i capi che non indossi mai

E poniti le seguenti domande. Se preferisci scrivi le risposte.

-Che forma hanno? Che caratteristiche?

Possibili risposte: a casacca, attillati, larghi, stretti, a sigaretta, strappati, invecchiati, a vita alta…

-Che lunghezza hanno? A che altezza tagliano la figura?

Possibili risposte: al ginocchio, alla vita, sotto il seno, in pancia, sui fianchi o non la tagliano affatto?

-Che tipo di scollatura?

Possibili risposte: a barca, a collo alto, a canotta …

-Di che colore sono? A quale tonalità di colore appartengono (fredda o calda?) Che tipo di fantasia hanno? A tale riguardo mai sentito parlare di armocromia? Per saperne di più guarda qui e qui,

Possibili risposte: rosso, tipo di rosso bordeaux; a righe o a pois o a fiori …

-Di che materiale/tessuto sono?

Possibili risposte: jeans, cotone, sintetico, lino, tessuti misti, lana …

Una volta individuate tutte le risposte avrai un’idea più chiara su cosa ami indossare tutti i giorni, sul tipo di tessuti, colori, fantasie, forme che preferisci e ti stanno meglio. E ovviamente saprai cosa assolutamente non ti piace.

d) A questo punto comincia a separare il tuo guardaroba in tre pile:

1.Vestiti da tenere

2.Vestiti da buttare via

3.Vestiti su cui hai qualche dubbio (mettili da parte in un contenitore lontano dal tuo armadio, se a distanza di qualche mese non avrai mai sentito l’esigenza di indossarli, è ora di disfarsene)

Ed è proprio adesso che entra in gioco la nostra fantastica Marie Kondo. In questo frangente potrai porti la sua domanda preferita, ti aiuterà a fare chiarezza. “Spark joy?” ovvero “Mi trasmette gioia o no?”.

Inoltre tieni presente che normalmente si consiglia di bilanciare il guardaroba in modo da avere un 80% di capi monocolore (soprattutto colori neutri che vanno bene con tutto) e lasciare, che nel restante 20%, la nostra fantasia e il nostro gusto prendano forma con disegni, colori accesi, righe, fiori o varie altre fantasie.

e) Considera, in questa fase, anche i tuoi impegni giornalieri. Dove trascorri la maggior parte del tuo tempo e che tipo di abbigliamento è richiesto in quei luoghi?

Alla fine del processo avrai ridotto all’osso il tuo guardaroba e molto probabilmente alcuni dei pezzi che hai deciso di tenere non si combineranno più con nulla di quello che è rimasto.

f) Acquista dei pezzi che ti piacciono e che si abbinano proprio ai tuoi indumenti “orfani” (tieni sempre in considerazione colori, forme, tessuti e lunghezze).

Una volta svolti tutti i punti avrai terminato la prima parte del metodo che stiamo descrivendo.

Come ottenere un guardaroba sostenibile (seconda parte)

Nei mesi successivi, ma anche negli anni, non resterà che sostituire lentamente i capi rimasti con dei nuovi, non appena i vecchi si saranno rovinati e non sarà più possibile ripararli. Inoltre ogni qual volta deciderai di aggiungere un pezzo potrai tenere ben in mente cosa hai scoperto su te stessa durante le fasi b) e c).

Aziende etiche: un breve elenco e qualche link

Ne esistono moltissime. Prima di acquistare, ti consigliamo di consultare il sito del brand che hai scelto, nella sezione “About us” oppure “Our story” oppure “Philosophy” per verificare se si tratta di un’azienda veramente etica e sostenibile e che soddisfa tutte le tue richieste.

Di seguito alcuni esempi. Sono solo alcuni. Terremo questa lista aggiornata sulla base delle nostre future esperienze.

armedangels

beaumontorganic

bibico

eileenfisher

hundhund

reformation

peopletree

Scarpe:

Nae Vegan

Altri link qui

Bibliografia

Quasi organizzata

La curvy personal shopper

Justine Leconte

Printsome

Immagine di copertina: Photo by Priscilla Du Preez on Unsplash

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