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Il Pianeta brucia. Cosa sappiamo e cosa possiamo fare

Non solo la Foresta Amazzonica. Anche Siberia, Indonesia, Groenlandia, Turchia, Isole Canarie, Bolivia e Alaska continuano a bruciare.

Cosa possiamo fare?

Il numero di incendi che in queste settimane sta colpendo la regione amazzonica è superiore alla media stagionale. Si tratta di incendi provocati dall’uomo.

Come ogni anno, con l’avvento della stagione secca nella zona della foresta amazzonica, aumenta la percentuale di incendi appiccati dai proprietari terrieri, che bruciano il terreno con l’idea di fertilizzare il suolo, prepararlo ad ospitare gli allevamenti o fare spazio a nuove colture.

Normalmente gli incendi appiccati dai proprietari terrieri si bloccano non appena incontrano la foresta che offre appunto adeguata resistenza al fuoco. Ma dopo anni di elevata siccità e ripetuti incendi, la foresta diventa più sensibile al fuoco e, può accadere, che venga sostituita da un tipo di vegetazione, più facilmente attaccabile dal fuoco.

Al momento, i dati raccolti, non fanno chiarezza su quanto stia realmente accadendo. Quando un satellite rileva un fuoco, non ci dice se quell’incendio coinvolge un terreno da pascolo, un terreno agricolo o una porzione di foresta abbattuta per fare spazio a pascoli e terreni agricoli.

Il Brasil Space Reasearch Center ha riportato che quest’anno si è passati da 40,000 incendi, registrati nel periodo compreso tra gennaio e agosto dello scorso anno, a 72,000. Un incremento dell’84%. Più della metà dei quali ha colpito e colpisce la Foresta Amazzonica.

Si tratta di dati preliminari, che dovranno essere confermati nei prossimi mesi. Destano comunque molta preoccupazione, in considerazione anche del fatto che la stagione degli incendi in Amazzonia è appena iniziata. I fuochi normalmente si intensificano tra settembre e dicembre.

Cosa possiamo fare?

Come suggerisce GreenMe, sono molte le cose che possiamo fare, ad esempio:

Ridurre il consumo di carta e legno e acquistare prodotti fatti con risorse provenienti da foreste gestite responsabilmente

Eliminare e ridurre il consumo di manzo, soprattutto di quello importato dal Brasile, dato che gli allevamenti sono una delle cause principali di deforestazione, anche in Amazzonia

Firmare la petizione per fermare la distruzione dell’Amazzonia

Sostenere le associazioni impegnate nella protezione delle foreste e delle popolazioni indigene come Amazon Watch o Earth Alliance, aiutare il programma Protect an Acre di Rainforest Action Network o donare per l’acquisto di terra attraverso Rainforest Trust

Sensibilizzare le persone che conoscete parlando ad esempio del problema della deforestazione ma anche di quello che si sta facendo e che è possibile fare

Perché la Foresta Amazzonica è così importante?

La Foresta Amazzonica aiuta a stabilizzare il clima, migliora la qualità dell’aria e dell’acqua, protegge la biodiversità.

Non è una semplice ripetizione di alberi, ma un ecosistema unico, irripetibile ed estremamente complesso che si regge su una serie di equilibri delicati. Per questo, se continuerà ad essere fatta a pezzi, rischia di collassare definitivamente. E nessun intervento potrà replicarla.

Deforestazione e Cambiamento Climatico

Le foreste sono un importante serbatoio di carbonio. Ma quando vengono abbattute, rilasciano la CO2 che nel tempo hanno assorbito e conservato. Ecco perché fermare la deforestazione è di estrema importanza.

Quando si parla di cambiamento climatico le opzioni possibili sono essenzialmente due: ridurre le emissioni di CO2 e piantare alberi. Non c’è molto altro. 

Alcune Iniziative di riforestazione

Green Legacy Initiative

Il primo ministro dell’Etiopia, Abiy Ahmed, ha lanciato l’iniziativa per contrastare il cambiamento climatico e il processo di desertificazione in atto nel Paese. In un solo giorno l’Etiopia ha piantato 350 milioni di alberi conquistando il record mondiale, precedentemente detenuto dall’India, che nel 2016, aveva piantato 66 milioni di alberi in 12 ore.

Bonn Challenge

Questa sfida lanciata nel 2011 ha come obiettivo il ripristino di 150 milioni di ettari di terreno sottoposto a deforestazione o in stato di degrado entro il 2020 e di 350 milioni di ettari entro il 2030.

A questa sfida hanno aderito l’AFR100 e l’Initiative 20×20.

AFR100

L’African Forest Landscape Restoration Initiative (AFR100) lavora per ripristinare in Africa 100 milioni di ettari entro il 2030.

Initiative 20X20

L’Initiative 20×20 si occupa di ripristinare 20 milioni di ettari entro il 2020 nell’America Latina e nei Caraibi.

Green Belt Movement

The Green Belt Movement, fondato dal Premio Nobel Wangari Maathai, ha piantato più di 51 milioni di alberi in Kenya.

Plant for the Planet

E’ un progetto nato dall’iniziativa di Felix Finkbeiner. Quando fondò “Plant for the Planet”, Felix aveva solo 9 anni e da allora ha piantato oltre 15 miliardi di alberi. Il suo obiettivo è piantarne mille miliardi, in grado di contribuire ad assorbire  ¼ delle emissioni di CO2 prodotte dall’uomo.

Come si pianta un albero in Italia?

Potete utilizzare Treedom, una piattaforma che vende questo servizio, oppure farlo personalmente.

Per piantare un albero, se non avete a disposizione un giardino o una campagna, dovrete verificare che si possa fare controllando nei regolamenti urbanistici degli enti comunali e provinciali del luogo in cui intendete farlo.

Una volta verificata la legalità del progetto, dovrete compiere alcune ricerche per capire che tipo di albero si adatta maggiormente al clima, al terreno, alle pendenze e all’estetica del luogo. Per fare questo potete rivolgervi all’ARPA regionale o alla guardia forestale. Verificate anche di essere nella stagione più adeguata a piantare il tipo di albero scelto.

A questo punto potrete acquistare l’albero e piantarlo.

Scavate una buca idonea ad accogliere le dimensioni dell’alberello che state mettendo a dimora, ricoprite la buca con terra e compost. Infine, per i primi tempi, prendetevi cura dell’albero annaffiandolo e potandolo. Dopo qualche tempo ci penserà la natura.

Bibliografia

LifeGate

GreenMe

Business Insider

Cittadini Ecologisti

Vanity Fair

Aspect Science

Earthinnovation.org

WWF

Photo by Lucas Campoi on Unsplash

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